Qualche giorno prima di Natale ho letto una frase.
E averla avuta sotto gli occhi proprio prima di questo Natale, non credo sia un caso.
Non è un caso quest’anno, che sembra tutto molto diverso.
Quando non capisci cosa ci sia da festeggiare e semplicemente l’idea di farlo ti fa sentire colpevole di una felicità che non dovresti meritare quando dall’altra parte c’è una mancanza così.
Ma decidi di farlo.
Per Jacopo che cresce e ogni volta che sale sulla sedia per dire la poesia é più grande.
Per quando scoprirà che Babbo Natale non esiste e lo sarà ancora un pó di più.
Perché Natale per me è un tetris delicato in cui destreggiarmi da anni.
Perché da anni a Natale c’è uno scambio di alcuni msg di auguri che sembra un appuntamento, un tacito accordo, al quale nessuno dei due desidera mancare.
Perché il 25 Dicembre è l’autostrada con la galleria del gran sasso, una sorta di finestra su quella parte di mondo incontaminata, intatta nei ricordi dell’infanzia.
Perché è fare colazione con il panettone inzuppato nel latte fino al 7 Gennaio (facciamo anche l’8:).
Perché è vero che il consumismo rende tutto un pó meno sentito, ma accompagnare con un biglietto di auguri sincero, quei pacchetti comprati nei ritagli di tempo e incartati all’ultimo secondo, ripristina il loro vero valore.
Perché Natale è tradizione culinaria, per quei piatti che puoi mangiare anche tutto l’anno, ma a Natale hanno un sapore diverso.
Perché Natale è mio fratello che mi dice “ti va di passare un attimo a vedere il mare?!”
E ti sembra il suo regalo più bello.
Perché tu non ci sei quest’anno.
Ma “ci vogliono i riti”
Me lo hai insegnato anche tu.
Auguri.