Due estati fa, in Sicilia.

A volte basta una canzone e paf! ti ritrovi catapultata indietro due estati fa.
Persa tra sapori così tanto distintivi, nell’odore di Mare e la sensazione di essere di nuovo lì.

Succede così infatti, che sentendo le note di Will Never Know… mi ritrovo su un volo Ryanair direzione Trapani.
I presupposti per questa vacanza erano due e anche piuttosto semplici: conoscere a fondo la Sicilia (a mio parere la regione più bella d’Italia) e farlo senza programmi.
Per questo il 14 Agosto, le uniche certezze a fare compagnia a me e Fra erano una macchina prenotata per l’indomani e un volo di ritorno da Palermo, molti giorni dopo.
Decidiamo di iniziare con Favignana, un’isola al quadrato.
Piccola, spensierata, in bicicletta.
Un pensiero felice con il quale iniziare questo On the road nostrano.
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Tempo di godere di un triangolino di spiaggia, di dormire nel posto più angusto mai trovato (croce e delizia dei viaggi improvvisati) e festeggiare il ferragosto con amici incontrati lì grazie ad un post su Fb…che lasciamo Favignana alla volta della riserva naturale delle saline di Trapani.
Ah, ovviamente non prima di aver assaggiato la mia prima granita di Gelsi.
E faccio mio il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera”, perché decidiamo di prenderla qui, da “L’Arte del Gelato” certificato d’eccellenza 2014)
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Altro giro, altra corsa.
Ed è così, un’emozione continua.
Stavolta si sale verso Erice.
Qui facciamo la conoscenza di quelli che poi sono diventati i nostri cari amici veneti: le nostre strade si incrociano per pura casualità: il nostro viaggio appena iniziato, il loro volto al termine, una passaggio di testimone, qualche consiglio e una birra in mano.
Così inizia un’Amicizia che ha dato il via ad una serie di weekend che ci ha condotto fino a Vienna, tutti insieme.
Ma rimaniamo al caldo. Rimaniamo in Sicilia e raggiungiamo la Valle dei Templi.
Bella al tramonto, bella di notte.
Un posto di eterna e rara bellezza che non poteva non far parte di questo tour.

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(Ok, sì! Ho saltato una tappa. L’insolazione. La guardia medica. E un veterinario che al mio svenimento nel ristorante “fermi tutti, SONO UN VETERINARIO, ci penso io!“.
Ecco, appunto, tralasciamo Sciacca!)

La nostra improvvisazione programmata ci porta poi a Scala dei Turchi.
Consiglio a chiunque di andare in questo posto e di farlo in un altro periodo dell’anno.
Ad Agosto è stupendo, ma attira troppi troppi turisti che, come noi, con il proprio asciugamano coprono ogni pezzettino di questa scalinata di argilla bianca che si infrange sul mare…
(Siamo infatti costrette a salire fino in cima per godere a pieno del panorama e puntare la nostra prossima meta: Ragusa)
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Ecco, qui ho lasciato un pezzetto di Cuore.
Non so dire dove si trova precisamente tra Ragusa e Ibla.
Ma so che è lì.
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Nella passeggiata notturna, nel proprietario del nostro B&B, Araba fenice (anche questo premiato da Tripadvisor con un certificato di eccellenza) e non stento a crederlo.
Per la sua colazione homemade, per i simpatici battibecchi tra i proprietari, per il loro amore per Roma e i consigli per scoprire una Ragusa autentica.
Come piace a noi.
Si riparte e questa volta ad attenderci c’è Noto.
Un’altra perla.
Decidiamo di scoprirla a bordo del calesse di Corradino, uomo-leggenda di questo posto.
1234318_436355303145330_1548626329_nIl mood delle prenotazioni last minute non ci riserva la stessa fortuna a Siracusa.
Ma lo avevamo messo in conto.
Prima di raggiungere Ortigia ed innamorarcene, lasciamo le valigie e ci concediamo una doccia veloce in un ostello: LolHostel

Se esistesse la categoria di ostelli a 5 stelle, questo entrerebbe di diritto tra i primi posti. Pulito, nuovo, giovane e soprattutto…una camerata tutta per noi!

Iniziamo la scoperta della città e la fortuna anche stavolta è dalla nostra.
Soprattutto quando incontriamo due siciliani Doc trapiantati a Roma da 10 anni a cui chiediamo informazioni per raggiungere un locale consigliatoci dal proprietario dell’ostello e…con i quali alla fine trascorriamo la serata.

E’ così che iniziano raccontarci la Sicilia vissuta dai siciliani.
Le giornate in spiaggia vissute con un mazzo di carte in mano, perché “giocare a Scopone Scientifico è una cosa seria
994896_436372839810243_627681733_nE’ una contaminazione belle quella che si crea, soprattutto quando ci dicono che a Roma hanno imparato a..ROSICARE!: “noi da quando siamo a Roma, abbiamo imparato a rosicare. Ma non a dire la parola…proprio a rosicare, come stato d’animo. Qui in Sicilia non si rosica“Con la promessa di rivederci la sera dopo (e sfidarci in una partita a carte!), li salutiamo per raggiungere Catania.
Calda, bella, riposante, frizzante.
E qui non possiamo e non vogliamo saltare la tappa obbligata da Wine&Charme, un posto di rara bellezza reso unico dai racconti del sig. Antonio.

In ogni posto vorremmo rimanere di più, ogni pezzettino di questa meravigliosa Terra merita un “dai, ancora un altro po‘”.
Ma si riparte e stavolta l’itinerario improvvisato dice San Vito Lo Capo.
L’itinerario stabilito dal navigatore prevedere tutto entroterra.
E’ un viaggio nel Viaggio, col Sole alto nel cielo disturbato solo da qualche nuvola e qualche sms che mi ricorda che…è il mio compleanno!
Per questo nonostante la stanchezza decido di farmi un regalo (e ovviamente Fra non mi lascia sola) così lasciamo le valigie presso l’ennesimo angolo di paradiso che ci ospiterà per questa notte Siciliana, Villa il Carrubo, e ci dirigiamo verso la spiaggia.
1240604_436373549810172_219167643_nimage (1)Quello a cui assistiamo è un tramonto che delizia l’anima prima degli occhi.
Mi sento in pace con i 5 sensi e vorrei quell’attimo non finisse mai.
Ma San Vito lo Capo ci chiama per la serata e ancora di più La riserva dello Zingaro per l’indomani.Facciamo colazione, con la nutella fatta in casa e il pane caldo e dopo un caloroso saluto con i proprietari di casa, siamo pronte! Si riparte: scarpe comode e curiosità di scoprire questo paradiso di cui tanto abbiamo sentito parlare.

Portiamo con noi qualche bottiglietta d’acqua ma la giornata è tremendamente calda…per questo poco dopo ci troviamo a barattare un po’ di buona musica con una fredda bibita ghiacciata, gentilmente offerta da una coppietta a noi vicina.
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Non prima di fare tappa al mercato di Ballarò e non prima di mangiare un arancino (o arancina? a quanto bare il dibattito è apertissimo!) e si riparte.
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I ricordi sono vivi, il calore sulla pelle quasi lo stesso e il sapore del mare e della rosticceria siciliana pronto a ingolosirmi come se fossi seduta ad un tavolo con il menù in mano, di nuovo.

Siamo a Gennaio, è il momento di iniziare a pensare concretamente alla meta dell’estate 2015 e la verità è che vorrei rivivere altre mille volte una vacanza come questa.
Con la stessa intensità, la stessa compagnia e le stesse sorprendenti scoperte.

2 pensieri su “Due estati fa, in Sicilia.

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